... verso la Macchia Grande
Abbandonando il fondovalle a
Ostia per salire il monte Molinatico, qualche chilometro
dopo aver superato Baselica, si entra in un vasto territorio
che porta il suggestivo nome di "Macchia
Grande' e che si estende fino alla sommità per
confinare a sud con la Toscana.
La Macchia Grande inizia ad
una altitudine di poco inferiore agli 800 metri per
giungere ai 1549 della cima del monte oggi detto
Molinatico ma già nominato "l'alpa' (alpe, montagna)
nei Catasti Farnesiani del XVI secolo.
E'
la terra dei boschi dove, abbandonati i boschetti di
roverella si avanza nei cedui misti, poi si passa
ai castagneti - alcuni dei quali da frutto con esemplari
ancora in produzione - ed in più alta quota domina
una splendida fustaia di faggio che cede il posto al faggio
basso, poi i cespuglieti, le radure a brugo e il
vaccinieto della sommità .
Sul crinale, a segnare i confini,
si incontrano i cippi posati nel 1828 (cfr.
Convenzione di Firenze del 27 novembre 1824) per porre
fine ad una lunghissima controversia tra le
popolazioni dell'alta valle del Taro e quelle della Val
Magra: controversia che ha le prime radici in un
privilegio che i pontremolesi estorsero con l'inganno
all'Imperatore Federico II nel 1226, e che si aggravò
di molto quando le parti opposte diventarono due stati e
cioè il Ducato di Parma e il Granducato di Toscana.
I catasti preunitari aggiornati al 1824 danno una significativa rappresentazione grafica d'insieme e suddividono il vasto territorio della Macchia Grande in quattro fogli e sette "cantoni".
Al centro del foglio secondo c'è il cantone quarto, detto Cantone di Linari, che confina a nord con i territori già di Costerbosa, a est con il cantone quinto delle Bratte, a ovest con il cantone terzo di Monte Pelato e a sud con tutta l'altra parte più in quota dove c'è anche il cantone sesto che porta il medesimo nome dell'intero territorio cioè Macchia Grande.