Il Toponimo Linari

Linari è un toponimo di etimo incerto, talvolta oralmente piegato a "I Linari", lo incontriamo anche nella forma “Linaro” o “Ca’ Linaro” ma queste varianti non devono meravigliare, infatti è molto improbabile che il nome di un luogo resti inalterato nel tempo e non muti anche solo a causa di storpiature da pronuncia. Qualcuno lo vuole legato alla coltivazione del lino ma pare improbabile la  derivazione dal fitonimo “linum” (Linum usitatissimum pianta della famiglia delle Linaceae) se non altro per questioni di altitudine. Altri lo ipotizzano collegato alla omonima stirpe toscana rifacendosi alla forma  “Ca’ Linaro” e attribuendogli significato originario di ‘casa di Linari’. Ancora, considerandolo “Ca’ Linaro”, questa forma così connessa alla matrice ‘casa’, verrebbe ad appartenere a quei toponimi che stanno generalmente ad indicare abitazioni (o gruppi di abitazioni) con podere e la particella “Ca” potrebbe essere stata aggiunta in epoca recente.

Qui però crediamo sia più verosimile la derivazione da  “linearis”  nel significato  di ‘terra di confine’ o comunque ‘limite’.   Non necessariamente deve trattarsi di un ‘limes’ politico, c’è  infatti una prima teoria di confine fisico per ragioni di clima e cioè di vivibilità. E a rafforzar questo  viene aggiunto che qui tendono a finire le proprietà private per lasciare posto alla proprietà collettiva.

Quanto appena detto non basta però ad escludere l’origine da un ‘limes’ politico perché uno degli antichi confini - che risale al giudicato del 674 del re longobardo Pertarido (.. destra Gotra, destra Taro, sinistra Cogena) - si colloca molto in prossimità. Nello specifico, il riferimento è a quel limite segnato dal Cogena (il Cozna) dove dalla parte opposta troviamo Ostia e Belforte che erano occupate dai Longobardi di Parma. Nella sinistra Taro e sinistra Gotra gli occupanti, sempre Longobardi, provenivano invece da Piacenza. Gli stessi confini che escono dal giudicato di Pertarido – che delimiterebbero così i territori Bizantini - li troviamo anche come confini diocesani di quel territorio da sempre appartenente alla giurisdizione lunense. (nota 1) Confini diocesani rivisti, da ultimo, con la cessione a Piacenza delle Parrocchie di Baselica e di Valdena. Si può anche osservare che ‘sinistra Cogena’  è una espressione che ha sicuramente rappresentato, in tempi diversi, diverse delimitazioni fisiche concrete: eran tempi in cui bastava  lo spostamento di una tribù armata per cambiare la situazione, eran tempi in cui la presenza di una frana spostava il presidio e con questo l’effettività stessa di un confine.   Il toponimo potrebbe essersi fissato in epoca altomedievale cioè dal VI al X secolo d.C ( Cfr. anche Sergio Mussi – I Luoghi si raccontano – Atlante Toponomastico della Provincia di Parma – fascicolo 1 pag. 12).

Nota 1

Per precisa individuazione delle Diocesi la sequenza è stata: Diocesi di Luni che poi dal 1465 diventa Luni-Sarzana; dal 1855 Diocesi di Pontremoli, dal 1988 Diocesi di Massa Carrara-Pontremoli, dal 2003 Diocesi di Piacenza-Bobbio